mercoledì 8 ottobre 2008

Capitolo sesto


Mark piange e singhiozza all'altro capo del cellulare, mi sta parlando ma le parole sono confuse...le uniche cose che riesco a capire sono "...ieri sera...ospedale...è grave..ti prego vieni..." prima che la comunicazione si interrompa.
Tutta la felicità che sentivo fino a pochi istanti prima , improvvisamente scende sotto le scarpe , lasciando il posto a una profonda angoscia...chi è in ospdedale? Cosa è successo?...Mark era talmente agitato che non sono riuscita a capire niente.
Mi viene in mente che la signora Marconi soffre di problemi al cuore e già una volta è stata ricoverata in ospedale .... che le sia successo qualcosa? ...Ha avuto una ricaduta?



Mi passano per la mente mille cose che possono essere successe, poi mi convinco sempre di più che la causa della disperazione di Mark non può che essere la madre...Mi sento male... lei è come una seconda mamma per me, tutta la famiglia è come se fosse una MIA seconda famiglia...mi sembra di essere in un incubo! Devo andare... devo andare da loro !
Mentalmente passo in rassegna tutti gli ospedali del paese... ce ne sono 3...Mark ha detto "...è grave..." quindi può essere solo nell'ospedale centrale.



Mi precipito all'interno del ristorante e racconto velocemente a mia madre quello che è successo(Almeno le poche cose che sò),le parole mi escono accavallate le une sulle altre,rispecchiano la mia confusione,ma riesco comunque a farmi capire e poi comincio a correre in direzione dell'ospedale che dista solo pochi minuti da casa mia.
Sono nervosa e impazziente di capire cosa sia potuto succedere... ma allo stesso tempo ho paura di sapere!



In pochi minuti sono davanti alla clinica... mi batte forte il cuore, posso sentirlo rimbombare nelle orecchie, e mi tremano le gambe... mi sembra tutto così inreale, non posso credere che sia vero.Ormai mi sono convinta che sia la signora Marconi la causa del pianto di Mark.



Mi ritrovo davanti al bancone dell'accettazione dove, dietro alla scrivania ,è seduto un'uomo sulla trentina con indosso la divisa blu tipica degli infermieri, che muove rapide le mani sulla tastiera del computer... non alza neppure la testa,quando con tono quasi scocciato mi chiede
"Desidera?"
"Vorrei sapere dove si trova la signora Marconi...Magda Marconi per favore."
L'infermiere immette il nome nel computer e dopo pochi secondi mi risponde
"Ho una Marconi in archivio ma è la signorina Chiara Marconi non Magda."

Kia!?...Non può essere... sento le gambe cedermi...
"Dove... Dov'è?"
"Stanza 107, 2° piano! Ma lei chi è?Le visite sono consentite solo ai parenti."
"Sono..sono la cugina...la prego mi faccia andare!"
Senza rendermene conto ho iniziato a piangere...l'infermiere mi fissa con sguardo indagatorio e capisco che non mi ha creduto... ma io DEVO vederla, DEVO sapere cosa le è successo,DEVO sapere come stà...
"Prenda l'ascensore fino al 2° piano, prenda il primo corridoio sulla destra la stanza è l'ultima la 107. Ma mi raccomando solo 5 minuti non di più."
"Grazie... grazie infinite"

Premo il pulsante di chiamata ma non ce la faccio ad aspettare che scenda al pino terra e inbocco correndo le scale.
L'angoscia in questo momento mi domina, non riesco a capire cosa sia potuto succedere..Ha avuto un'incidente? ...Mark ha detto è grave... o mio Dio non può essere!Non può succedere propio a lei!
Finalmente arrivo al secondo piano, mi manca il fiato ma non riesco a smettere di correre, non posso...



Vedo Mark appoggiato al muro accanto alla porta della stanza 107 che piange disperato...alza la testa e i nostri sguardi colmi di disperazione e lacrime si incrociano.
Ci buttiamo l'uno nelle braccia dell'altro in un'abbraccio di coraggio.
Mark mi strige forte, tanto forte da farmi mancare il fiato.



"Mary... Mary... grazie di essere quì..."
"Co...Cosa è successo?"
Entrambi stiamo piangendo,e non riusciamo a smettere di stringerci...
"Ieri pomeriggio è uscita per andare in città... voleva comprare un apio di scarpe nuove... volevo andare con lei... non sò perchè... sentivo che c'era qualcosa che non andava... lei non ha voluto... ha detto che le sarei stato di peso....perchè non ho insistito?...perchè Mary... PERCHé?.."
Inizia a singhiozzare e le parole gli muoiono in bocca... affonda il viso bagnato di lacrime nei miei capelli e io d'istinto gli accarezzo dolcemente la testa cercando di calmarlo.
Dopo qualche minuto riesce a continuare il racconto
"Non... non sappiamo cosa sia successo o...o se fosse con qualcuno...ma... ma verso sera abbiamo ricevuto la chiamata della polizzia che ci comunicava di aver trovato Chiara sul ciglio della strada che collega il paese con la città... pensavano si fosse trattato di un'incidente... il suo motorino era semi distrutto a pochi metri da lei..."
"L'hanno investita?"
"Così pensavamo.... invece... invece in ospedale ci hanno detto che era stata violentata e picchiata a sangue...se solo avessi insistito...se fossi andato con lei... non le sarebbe successo nulla...!"
Un macigno mi è appena caduto sulla testa... non è vero, non PUò essere vero... chi può aver fatto una cosa simile a Kia... lei così dolce... chi può aver avuto il coraggio...
Dolcemente allontano Mark
"Come stà ora?"
"E' in coma Mary... ha diverse fratture e ha perso molto sangue... troppo sangue...l'hanno picchiata selvaggiamente... le hanno rotto la testa... i medici non sanno se si riprenderà..."
"Posso... posso vederla?"
Mark mi fà un cenno di assenso e apre la porta.



La stanza è luminosa e odora di disinfettante, il silenzio è rotto solo dal rumore della macchina collegata al cuore di Kia e dal respiratore.
Alla mia destra vedo la madre che esausta si deve essere addormentata sulla poltroncina della stanza.




Lentamente mi avvicino al letto... guardo la mia amica... il suo splendito viso è gonfio e pieno di lividi e tagli, i suoi bei capelli biondi non ci sono più...
Poi vedo la stanza che lentamente diventa nera.

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