mercoledì 15 ottobre 2008

CAPITOLO SETTIMO




Lentamente e non senza fatica riesco a riaprire gli occhi … ma cosa è successo? Non ricordo … Perché Mark e sua madre mi stanno guardando con quell’espressione preoccupata?
La nebbia piano piano si dissolve e ricordo tutto … l’ospedale … Kia … quello che è successo! Per un attimo mi è sembrato che fosse frutto di un sogno, un orribile incubo, invece è tutto vero.
“Mary tesoro ti senti meglio?”
“Si … Signora Marconi … non capisco … cosa è successo?”
“Sei svenuta cara. Ci hai fatto preoccupare , per fortuna Mark ti ha presa prima che battessi la testa a terra!”.
Ha il viso teso e gli occhi rossi ,come chi ha passato la notte sveglia a piangere , vedo che tenta di sorridermi , ma quello che le esce somiglia più a una smorfia che a un sorriso … allunga una mano verso di me e mi carezza dolcemente la guancia. Rimane qualche istante accovacciata al mio fianco per assicurarsi che stia meglio , osservandomi con gli occhi che lentamente si riempiono di lacrime , poi ritrae la mano di scatto per coprirsi il viso … si avvicina al letto ,dove è stesa immobile Kia, e le carezza delicatamente la testa rasata sussurrandole parole dolci come solo una madre sa fare.
Io non ho ancora avuto la forza di alzarmi da terra , dove mi deve aver posato Mark quando sono svenuta.
Inaspettatamente sento una presa che mi stringe forte le spalle facendomi sussultare per la sorpresa.
“Vieni ti accompagno a casa … è meglio se non rimani qui!” Annuisco
Dolcemente Mark mi aiuta ad alzarmi . Prima di uscire dalla stanza mi avvicino alla mia amica e le sfioro la fronte con le labbra … vederla in questo stato mi fa male.
La strada verso casa sembra lunghissima anche se in realtà e breve , Mark ed io non riusciamo ad aprire bocca … ognuno è assorto nei suoi pensieri … Penso a quale bestia possa aver fatto una cosa simile … Con che coraggio riesce a guardarsi allo specchio ogni mattina? … Non riuscirò mai a capire perché l’uomo debba fare gesti simili … Definire bestie questi esseri è un’offesa al mondo animale!
Mark ha sempre gli occhi lucidi … ha il viso tirato e stanco come quello della madre … non sembra più lo “spaccamontagne” che è sempre stato … lui, sempre così sicuro di sé e sfrontato ora sembra un bimbo spaventato dal buio … vorrei poterlo confortare ma non saprei come … non so cosa dire o fare per farlo stare meglio … e comunque forse non servirebbe …
Siamo quasi sotto casa mia quando Mark interrompe il silenzio che ha regnato finora tra noi
“Mary … posso chiederti una cosa?”
“Certo, tutto quello che vuoi!”
“Potresti stare con me questa notte? … Non ce la faccio a tornare in ospedale … non ce la faccio a vedere la mia sorellina in quello stato … so che è da egoista da parte mia ma … non riesco … mi sento troppo responsabile … Mamma e papà rimarranno con lei , non vogliono lasciarla … Oh Mary ti prego non lasciarmi solo!”
Non ho dubbi , Mark è come un fratello per me e chi lascerebbe solo un fratello nel momento del bisogno? Di certo non io …
“Non ti preoccupare Mark starò con te!”
In fretta entriamo in casa e spiegata la situazione a mia madre, vado in camera mia per prendere le poche cose di cui avrò bisogno per trascorrere la notte in casa Marconi.
Solo ora mi accorgo che il telefonino sta suonando dentro la borsa … Numero privato … di solito non rispondo quando non compare il numero, ma questa volta premo il tasto verde prima di rendermene conto.
“Pronto”
“Mary?”
“Si … sono io!” la voce mi è famigliare ma non riesco ad associarla a un volto
“Sono Gabriel … ti ricordi vero?”
“Si … certo che mi ricordo …” sto per chiedergli il motivo della chiamata ma non mi dà il tempo di continuare la frase
“Dovevamo vederci questa sera … ricordi che mi hai dato il numero per metterci d’accordo? … sei sempre dell’idea vero?”
Con tutto quello che è successo il mio Angelo mi era uscito dalla mente … anche se è quello che sogno da giorni non me la sento di uscire con lui … non sarebbe giusto!
“Si … cioè no … scusami ma purtroppo è successa una cosa e … insomma non me la sento di uscire … magari un’altra volta …”
Dall’altra parte della linea cala il silenzio … sento solo il suo respiro …
“Ah … senti facciamo una cosa, sono in città al Caffè Renè , se cambi idea io sono qui. Ciao”
HA messo giù senza darmi il tempo di rispondere.
Sono consapevole che probabilmente ho rovinato l’unica occasione di uscire col mio Angelo moro … ma che razza di persona sarei se andassi a “divertirmi” mentre la mia migliore amica lotta per la vita in un letto di ospedale? Non me la sento … preferisco perdere un sogno e stare vicino a Mark in questo triste momento … Finisco in fretta di preparare la borsa e poi scendo al piano di sotto, dove mi aspetta Mark.
In poco tempo siamo a casa sua … ormai è sera e il vialetto d’ingresso è rischiarato solo dalla luce della luna piena che brilla in cielo.
Casa Marconi è un’immensa villa , la più bella di tutto il paese , ha un giardino immenso nella parte anteriore, dove io Mark e Kia abbiamo giocato tanto da piccoli a rincorrerci o a fingere che fosse un bosco pieno di misteri ed esseri magici ,che avremmo dovuto trovare per vivere storie fantastiche come quelle che vedevamo sempre alla tv o che leggevamo nei nostri libri.
Mi si riempiono gli occhi di lacrime a ricordare questi momenti , ora che quei momenti felici non ci sono più e la vita di Kia era appesa a un filo.
Ci sediamo sul divano e Mark accende la TV , è più un gesto meccanico che altro … il suo sguardo non è rivolto alle immagini che scorrono sullo schermo , ma verso un punto preciso al di sopra di esso … le foto sulla mensola che ritraggono noi tre insieme … lui e la sorella … le foto per un book fotografico che si è fatta fare Kia quest’estate … Non riesce a trattenere le lacrime e inizia a singhiozzare appoggiando la testa sulle mie gambe .Vorrei piangere anch’io … ma non posso piombare nella disperazione … sono qui per aiutare e calmare lui …
Dolcemente inizio ad accarezzargli la testa e lui piano piano si tranquillizza e cade nel sonno.
Spengo la Tv , tanto non riuscirei a guardarla … mi da quasi fastidio …. Decido di non svegliare Mark e di lasciarlo riposare tranquillo almeno per qualche ora … ne ha bisogno!
Quindi chiudo gli occhi sperando di sprofondare anch’io nello stesso sonno tranquillo e liberatorio del mio amico.

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