martedì 25 novembre 2008

CAPITOLO TREDICESIMO seconda parte

L’avvocato a cui si è rivolta mia madre si chiama Serena Boregarth e non deve avere più di 35/40 anni.
Continua a ripetere a mia madre che, purtroppo , anche portando la causa in tribunale non porterebbe a nulla, l’unica cosa da fare è pagare.
Si ma con quali soldi!?! Mi chiedo io! Se avessimo potuto pagare , ora non ci troveremmo nel suo studio no!?!
“Mi scusi signorina Boregarth , lei la fa facile … dice pagate, ma mi vuole dire come potremmo fare?” esplodo io
“Signorina io non ho la bacchetta magica. Sono un avvocato non una maga! Io posso solo dirvi come stanno le cose e il modo per risolverle, nulla di più.!”
“Ma ci dovrà essere pure un modo!”
“Come ho già detto a lei e a sua madre,l’unico modo è trovare i simoleon per pagare il debito signorina Mary. E mi sembra inutile continuare a ribadirlo.”
“Mia madre le ha spiegato perché si trova in questo guaio ? Le ha detto che la colpa è di mio padre?”
“Certamente. Ma è totalmente irrilevante signorina.”
Sto per ribattere, ma l’avvocato si volta in direzione di mia madre ea questo punto capisco che non ha più intenzione di darmi retta


“Signora Pirina, mi spiace per la sua situazione, ma l’unica cosa che posso fare per lei è cercare di darle altro tempo, non molto purtroppo, ma almeno le permetterà di non rimanere in mezzo a una strada.”
“Capisco avvocato e la ringrazio.”
Ci alziamo , e dopo aver salutato l’ avvocato Boregarth con una stretta di mano usciamo dall’ufficio silenziosamente.Prima di tornare a casa decidiamo di entrare in un bar a berci un caffè … ne sento veramente il bisogno.


Entriamo in un piccolo ma grazioso bar dove siamo le uniche clienti e ordiamo il caffè alla ragazza dietro il bancone. Mia madre è silenziosa assorta nei suoi pensieri.Vedere mia madre così mi fa stringere il cuore. Vorrei poter fare qualcosa, vorrei poter impedire la vendita di tutto quello per cui lei e la nostra famiglia hanno messo l’anima, ma purtroppo sono totalmente inerme.





“Buon giorno Ellen,… Mary!”
Una voce famigliare arriva dalle nostre spalle. E’ il signor Marconi , il padre di Kia e Mark. Io e mia madre siamo sorprese di trovarlo qui.


“Vi stavo cercando. Sono passato a casa vostra e Lucas mi ha detto dove avrei potuto trovarvi.”
“A che proposito Roland?”
“Mia figlia mi ha parlato di quello che vi sta succedendo e prima di tutto volevo dirti che mi dispiace che tu debba rimetterci un’altra volta per colpa di Joshua.”
Prima di rispondere mia madre mi tira un’occhiataccia, so che avrebbe preferito che non parlassi di questa cosa a nessuno ma io dovevo pur sfogarmi. “Ti ringrazio Roland. Ma non mi pento di quello che ho fatto, anche se le conseguenze sono queste.”






“Capisco Ellen. Ma questa è un’altra storia. Ora volevo proporti un accordo per evitare di perdere tutto.”
“Ti ascolto.”
“Chiara mi ha detto che servono all’incirca sessanta mila simoleon per risolvere la questione, e come sai i soldi non mancano di certo alla mia famiglia. Ma so perfettamente che tu non acceteresti mai un prestito.”
“Esatto Roland. Io …”
“Lasciami finire Ellen per favore.”
Mia madre annuisce calma
“Non sono venuto a proporti un prestito, ma un accordo. Io rileverò ristorante e casa, lasciando a te il compito di gestirli, come hai sempre fatto fin’ora. In pratica è come se diventassimo soci, e in più non perderesti la casa.”
Mamma lo guarda dritto negli occhi Il signor Marconi prima di parlare
“Sei molto gentile a propormi una cosa del genere. E ti ringrazio per averci pensato, ma non posso accettare.”
“Ellen non fare la testona per favore.”
“Non è questione di testardaggine Roland.Non posso permettere che tu mi tiri fuori dai guai rimettendoci. Non sarebbe affatto giusto.”
“Se è questo che ti preoccupa stai pur certa che non ci rimetto. Diventeremmo soci e quindi andrei a guadagnarci.”
“Sessanta mila simoleon sono molti e ti posso assicurare che il ristorante non incassa così tanto.”
“Non subito forse ,ma col tempo!”
“Lasciami un po’ di tempo per pensarci Roland.”




Il signor Marconi annuisce e saluta mia madre
“Va bene Ellen. Pensaci su e poi fammi sapere. “


Poi si gira verso di me
“Mary, Chiara tornerà finalmente a casa domani dall’ospedale, quindi se vuoi venire a trovarla vieni pure.”
“Grazie signor Marconi.”
Prima di andarcene paghiamo i caffè e poi andiamo a cercare un taxi per tornare a casa.
Non riesco a capire perché mia madre non abbia accettato subito l’offerta del signor Marconi. D’altra parte non vedo altre alternative visto che non potremo mai trovare tutti quei soldi in breve tempo, mentre per il padre di Kia non è un problema.
Tutte cose che penso e che dico a mia madre … lei mi guarda e senza fare una piega risponde in tono tranquillo
“Non sono affari tuoi cara. Ho detto che ci avrei pensato ed è quello che ho intenzione di fare. Non ho detto di no.”
Capisco che continuare a parlarne è inutile , ma istintivamente provo rabbia per mia madre. Lei dice che non sono affari miei … ma come non faccio forse parte della famiglia anche io? Non è forse anche un po’ mio il ristorante?
A quel paese lei e il suo stupido orgoglio!
Il viaggio di ritorno è silenzioso, sono troppo arrabbiata per rivolgerle la parola.
Accendo il cellulare, che avevo spento dopo la prima chiamata di Gabriel questa mattina , e subito iniziano ad arrivare dei messaggi. Continua a suonare … una , due , tre , quattro volte … si zittisce solo dopo il ventesimo messaggio … guardo e sono tutti messaggi di avviso … Gabriel ha provato a chiamarmi venti volte nel giro di quattro ore.
Non li apro neanche e li cancello ... sto per spegnerlo nuovamente quando parte la suoneria … è di nuovo Lui … questa volta rispondo
“Pronto.”
“Dove C**** sei finita tutta la mattina! Perché c**** non rispondi a sto c**** di telefono è?” urla
Il primo istinto sarebbe di rispondergli nello stesso modo, ma mia madre è vicino a me …
“Ora non posso parlare. Ti chiamo dopo ciao!”
Chiudo la chiamata e spengo subito il telefono.
“Chi era?”
“Nessuno mamma.”
“Un nessuno ben volgare direi!”
Gabriel urlava così forte che è riuscita a sentirlo.
“Ho detto nessuno mamma. Sono affari miei! Punto.”
Non ho intenzione di spiegarle tutto … anche perché non saprei che dirle … non lo so cosa stia succendo!
Capisco che l’immagine di Gabriel che avevo , non è reale , non è un angelo! Forse quello che dicevano sul suo conto è vero … Non lo so … ho una tale confusione in testa.



Arrivate a casa sprofondo sul divano … ho una gran voglia di dormire . Stò per chiudere gli occhi qundo lo squillo del telefono di casa mi disturba è mia madre a rispondere e pochi secondi dopo mi chiama
“Mary c’è Mark al telefono.”
Mark? ! Con uno scatto mi alzo dal divano e corro a rispondere … ho voglia di sentirlo, ma allo stesso tempo sono un po’ intimidita … forse per via del bacio di ieri…



“Pronto … Mark!?”
Per qualche secondo non sento nulla
“Ciao Mary … “la sua voce è dolce ma un po’ incerta “… Come stai?”
“Bene grazie! Un po’ di casini ma tutto sommato bene!”
“Capisco …. Senti … com’è andata ieri sera?”
Che gli rispondo? Gli dico la verità o mento?





“Mh … Niente di speciale … tutto bene comunque. ” Mento!
“Capisco … Hai impegni ora?”
“No sono libera, perché?”
“Volevo chiederti se ti andava di prendere un caffè insieme … così per … per parlare un po’!”
“Certo! Ci vediamo al bar allora?”
“Perfetto. Va bene fra un quarto d’ora?”
“Ok a dopo!” … perché mi batte il cuore?
“A dopo!”
Prendo la borsa e avviso mia madre prima di uscire.
Il bar è a pochi passi da casa mia,ma nel tragitto sento un certo senso di angoscia … è una sensazione sgradevole, che mi fa accelerare il passo.
Quando entro trovo Mark ad aspettarmi. Ci scambiamo un saluto amichevole e ci accomodiamo ad un tavolo.


Quando arriva la cameriera ordiniamo un caffè.
Parliamo del più e del meno, ridendo anche come degli stupidi, per una buona mezzora.
Poi Mark si zittisce improvvisamente e si fa serio.


“Mary c’è una cosa che volevo dirti …” Esita un poco e poi prende le mie mani nelle sue … una sensazione di calore mi invade …


Non mi ero mai accorta di quanto fosse piacevole stare con Mark, non mi ero mai accorta di quanto fossero belli i suoi occhi …
Il cuore mi batte forte.



Poi senza motivo alzo gli occhi verso la porta ....e mi si gela il sangue!

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